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Indovinello

  • Immagine del redattore: Tancredi Pascucci
    Tancredi Pascucci
  • 24 mar 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

Sherlock.jpg

Riuscite a indovinare che disturbo ha il personaggio e da quale opera è tratto?

Talora trascorreva la giornata nel laboratorio di chimica, a volte al reparto di anatomia, in certi giorni faceva lunghe passeggiate che sembravano sempre portarlo verso i bassifondi della città. Quando veniva colto dai suoi eccessi di attività sembrava disporre di energie inesauribili; ma ogni tanto era assalito come dalla tendenza opposta e allora se ne rimaneva disteso per giorni e giorni sul divano in salotto, senza dir una parola e senza muovere un solo muscolo. Erano giorni in cui gli notavo uno sguardo così vuoto e perduto che l'avrei detto sotto l'influsso di qualche droga [.....] Aveva occhi attenti e penetranti, a parte quei momenti di torpore a cui ho già accennato; e il suo naso aquilino gli conferiva un'espressione vigile e decisa. [...]C'erano sere in cui si metteva comodo sulla sua poltrona, chiudeva gli occhi e strimpellava sbadatamente tenendo il violino sul ginocchio. A volte produceva note di malinconica sonorità. Altre volte sembravano allegre. [...]

Chi soffre del suo stesso disturbo l'ha già capito, chi non ha letto i libri potrebbe avere una sorpresa.

Questa è la descrizione di un personaggio con probabile Disturbo Bipolare II, chi ne soffre è nientepopodimeno che Sherlock Holmes.

Holmes rientra in gran parte dei criteri per lo spettro bipolare:

- umore occasionalmente espanso e autostima ipertrofica

- eccessiva loquacità

- periodi di umore diametralmente opposto al primo

- livelli di iperattività significativi

Sospendo il giudizio su quale personaggio reale lo abbia ispirato, con buone probabilità il suo stesso autore Sir Conan Doyle o il mentore di quest'ultimo, il professor Bell.

Sherlock Holmes non soddisfa tutti i criteri del Disturbo, mancano quelli della dispersività e sregolatezza, probabilmente arginati da un pragmatismo e una compostezza tutta british che ne impediscono il dilagare.

Sherlock rappresenta l'ultimo strascico del positivismo, un'era caratterizzata da sfrenata fede nelle Scienze esatte e dall'ottimismo che ne deriva. Ironia della sorte, Conan Doyle odiava Sherlock Holmes, dato che è l'unico personaggio grazie al quale fu conosciuto, quando invece per tutta la sua vita ha scritto opere di genere fantastico, storico e soprannaturale, quindi completamente opposte alla filosofia positivista e pragmatica.


 
 
 

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