Il ragionamento dell'ansioso
- Tancredi Pascucci
- 29 set 2014
- Tempo di lettura: 2 min
Tratto da La torre del tempo, di Sergej Luk'janenko.
Ci sono giorni in cui va tutto storto. Tiri giù il piede dal letto e invece delle pantofole trovi la schiena del tuo cane, che per lo spavento ti addenta la caviglia; versi il caffè non nella tazzina, ma diritto sulla camicia fresca di tintoria; esci dalla metropolitana e ti accorgi di aver dimenticato i soldi e i documenti a casa, ma torni indietro e scopri che non li hai dimenticati, li hai persi. Insieme alle chiavi.
Ma a volte succede anche il contrario. Ti alzi pieno di energia con il dolce ricordo del sogno appena fatto; il raffreddore che ti affliggeva è sparito di colpo senza lasciare traccia; l'uovo sodo si cucina alla perfezione; la ragazza con cui hai litigato la sera prima ti telefona e ti chiede di perdonarla; gli autobus e i tram passano appena arrivi alla fermata; il capo ti convoca nel suo ufficio e ti comunica la decisione di aumentarti lo stipendio e conferirti un premio.
Ecco, sono proprio questi i giorni che temo di più.
Il protagonista del suddetto romanzo, Kirill Maksimov, è un ansioso.
Kirill ha tutti i motivi per essere ansioso, vista la quantità di peripezie che ha trascorso nel libro sopra riportato.
L'ansioso è perennemente occupato a pensare a scenari futuri e catastrofici, ma questo non basta a rendere l'ansioso disfunzionale nella sua vita. Pensare a un futuro catastrofico può salvarci la vita in alcuni casi!
Ciò che rende problematica l'ansia è la seconda parte del brano riportato.
È vero che ci possano essere giornate storte, è vero che queste giornate potrebbero ripetersi ed è quindi conveniente essere preparati a tale evenienza.
Ma quanto può essere dannoso stare sempre all'erta durante una giornata che sembra andare bene?
L'ansioso fa il seguente ragionamento: devo stare sempre attento per evitare i pericoli, quando mi rilasso perchè sto bene è il momento in cui rischio maggiormente.
Molti ansiosi vanno in crisi proprio quando sono fuori pericolo, non quando vi sono immersi.
Il nostro organismo viene preservato iperattivandosi di fronte ai pericoli, ma ha bisogno di rigenerarsi nella fase di quiete, in modo da essere ancora più preparato alla prossima esposizione al pericolo.
L'ansioso dimentica questa seconda parte, perchè si vive come perennemente in pericolo. Ed essendo perennemente iperattivato, non riesce a riposare il proprio corpo e la propria mente.
E finisce per esporsi ulteriormente al pericolo.
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