La rabbia
- Tancredi Pascucci
- 15 set 2014
- Tempo di lettura: 3 min
La rabbia è un'emozione primaria, fra le più semplici e naturali.
L'individuo arrabbiato ha un'attivazione del sistema simpatico simile a quella dell'ansioso, dato che lo predispone a una situazione valutata come pericolosa: il cuore batte forte, l'adrenalina circola nel sangue, permettendo una maggior funzionalità del corpo negli istanti che seguono. A differenza dell'ansioso, il viso diventa rosso e gli occhi si iniettano di sangue per una maggior irrorazione del sangue e i denti vengono digrignati. Essendo sempre animali, il nostro corpo è rimasto a quando, durante la lotta per la sopravvivenza, dovevamo fingere di essere più minacciosi e utilizzavamo come principale arma d'offesa i nostri denti e le nostre unghie.
In un'ottica evoluzionistica la rabbia è l'emozione che l'individuo prova quando valuta di aver subito un danno, a livelli più elevati è l'emozione che proviamo quando percepiamo un senso di ingiustizia, nei confronti nostri, delle persone a noi care o nei confronti del mondo.
Molte richieste di intervento psicologico non prevedono una riduzione della rabbia perché la rabbia da questo punto di vista è un'emozione utile alla sopravvivenza dell'individuo, utilizzabile per fini elevati e per questo anche perfettamente coerente con l'individuo che la prova.
Senza rabbia non sarebbero nati i movimenti di protesta, non sarebbero nati molti generi musicali e non sarebbe stata scritta la Divina Commedia.
L'emozione non è mai sbagliata, può essere disfunzionale la sua manifestazione verbale o comportamentale. Molto spesso, quando una persona interagisce con una persona che definisce aggressiva senza motivo, è perché non si è presa la briga di ascoltarla e comprenderla. Tutti abbiamo ottimi motivi per essere arrabbiati con qualcosa o qualcuno, la rabbia disfunzionale è la rabbia che viene manifestata nella maniera non corretta, come quando la sia manifesta con la violenza verbale o fisica.
La rabbia è una reazione emotiva tipica in svariati disturbi dove l'individuo si percepisce come debole e in qualche modo danneggiato o potenzialmente danneggiabile da qualcuno, come succede con soggetti depressi o ansiosi, per non parlare poi dei Disturbi di Personalità.
Spesso la rabbia è la conseguenza ultima di problemi a monte ben più disfunzionali, è molto più conveniente trattare la depressione in un soggetto depresso aggressivo, dato che la rabbia poi diminuirà sensibilmente, mentre trattare la rabbia in un depresso lo renderà solo meno fastidioso nei confronti degli alti.
La rabbia può mettere seriamente in pericolo la salute del soggetto, poiché la rabbia comporta un maggiore circolo di adrenalina nel sangue, utile nelle situazioni di pericolo, ma tossica se rilasciata troppo spesso. La rabbia può essere un rischio per la vita di pazienti cardiopatici quando la manifestano troppo spesso, mentre la letteratura mostra quanto possa essere pericolosa la rabbia repressa per i maggiori rischi di formazioni tumorali. In quel caso bisogna imparare a manifestare in maniera non distruttiva la rabbia, magari grazie a un training assertivo, che verrà introdotto prossimamente.
Per molti individui la rabbia è un'emozione spiacevole a prescindere. Si tratta di persone che vedono l'autocontrollo a ogni costo come indice di valore personale e che non tollerano quindi l'espressione della rabbia.
In tutto ciò intervengono anche fattori culturali e ideologici.
La manifestazione della rabbia è incoraggiata negli uomini e scoraggiata nelle donne; alcune religioni come il buddismo e il cristianesimo la condannano, senza contare che lo fanno con simile fervore anche numerose filosofie di vita laiche o orientamenti terapeutici e pseudoterapeutici.
In quei casi bisogna fare quello che si fa sempre in terapia: comprendere la persona di fronte, non giudicarla e condividere gli obiettivi su cui lavorare.
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