R.I.P. Robin
- Tancredi Pascucci
- 8 set 2014
- Tempo di lettura: 2 min
L'estate giunge al termine e sento il bisogno di dire qualcosa sulla tragica fine di Robin Williams. Quanto dirò non può essere preso per certo, dato che solo il professionista che ha preso in carico il paziente può fare affermazioni affidabili sul suo stato mentale. E mi auguro che la persona in questione, se c'è stata, si sia stata zitta per mantenere il segreto professionale, anche se temo vi sia stata qualche fuga di notizie per colpa di qualche operatore della salute che si è voluto arricchire diffondendo dettagli morbosi di questo tragico evento. Come spesso capita, i giornalisti sostengono che Williams fosse depresso, il che è un banale errore. Robin Williams soffriva probabilmente di disturbo bipolare, caratterizzato da fasi depressive alternate a periodi stabili e fasi maniacali o ipomaniacali. Come ho accennato in passato, dev'essersi scompensato durante l'estate, in concomitanza ad altre difficoltà che, purtroppo, presto scopriremo grazie a chi viola la privacy di una persona che si è tolta la vita. Williams ha avuto in passato problemi da uso di sostanze e difficoltà economiche dovute a investimenti poco avveduti, il che collima con alcuni comportamenti del paziente maniacale. Del resto il disturbo bipolare risulta essere la malattia per eccellenza del mondo dello spettacolo, in quanto si dice ne soffrono e ne hanno sofferto grandi attori e cantanti, da Vittorio Gassman a Ben Stiller, da Bruce Springsteen a Britney Spears. Periodi di grande e frenetica attività, con successi eclatanti e ininterrotti, magari accompagnati da grandi eccessi, seguiti da periodi bui di anonimato. Questo è stato Robin Williams: periodi di grande fermento artistico, successi al botteghino e alla critica, impegno sociale e fama, seguiti da scomparsa dalle telecamere con brevi e saltuarie apparizioni. Ora che si è consumata la tragedia, molti potranno notare come gran parte dei film in cui lui appariva avevano una forte nota di amarezza nel finale o in alcuni momenti. Il senso dell'umorismo, elevato in una mente brillante come la sua, gli è probabilmente stato di grande aiuto negli anni. Ma, come quanto si fa il conteggio degli anticorpi per ricavare la presenza di una malattia, un senso dell'umorismo così sviluppato è spesso indice di una forte tendenza alla depressione da tenere sotto controllo. Ciao Robin.
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